Daniel Iacobuţ: The principle of active participation in Sacrosanctum Concilium

L’articolo si propone di approfondire i fondamenti teologici del principio della partecipazione liturgica nel documento conciliare Sacrosanctum Concilium e di mostrare la sua attualità a 50 anni dall’evento conciliare.
La partecipazione attiva alla liturgia è richiesta dalla stessa natura della liturgia, in quanto ogni celebrazione liturgica è azione sacra per eccellenza compiuta da Cristo in unione con il suo corpo mistico, la Chiesa. Siccome la Chiesa è “stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo acquistato” (1 Pt 2,9; cfr 2,4-5), tutto il popolo cristiano ha, in forza del battesimo, il diritto e il dovere di partecipare attivamente alla liturgia. Tale partecipazione nu riguarda quindi solo i ministri dell’altare ma l’intera assemblea liturgica, con tutti i suoi membri battezzati. L’oggetto ultimo della partecipazione liturgica è il mistero della fede, al quale si arriva attraverso i riti e le preghiere delle azioni liturgiche.
La partecipazione al mistero della fede attraverso i riti e le preghiere deve essere attiva, consapevole, interiore ed esteriore, piena e fruttuosa. Il suo frutto più rilevante è l’accoglienza della salvezza nell’esistenza attraverso una vita di comunione con Dio e i fratelli. Per questo rappresenta ancora a 50 anni dal Concilio lo scopo principale della pastorale liturgica di ogni Chiesa locale.

DT352_Daniel IACOBUŢ

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